Designed rather as a kit to be used than as a path to watch, the exhibition The People’s Choice collects proposals, projects, concrete experiences that attempt to define a possible model of space for contemporary art as an integrated part of a neighborhood. The challenge of the project is to think of an art center under permanent construction within a community that negotiates, day by day, its parameters of representation and relationship with and in urban space. More than forty international artists will compare with the proposals of as many curators, economists, politicians and with neighborhood associations. No longer able to think of a separate space and a specific function – a “heterotopia” that is, in the Foucaultian sense – The People’Choice wants to imagine not only an open and flexible space, but literally, crossed by the ordinary life of the people. A series of sections (financial, architectural, curatorial, etc.) will articulate the exhibition in several areas with different expositive and functional arrangements, each of which will host the most heterogeneous processes and materials. The project was born as an advanced and mature phase of the opposition process of the Isola area of ​​Milan to the Garibaldi-Repubblica intervention plan. Through years of struggle the collective response of the neighborhood claims the maintenance of the green public space between via Confalonieri and via De Castilla, together with the former industrial building that runs through it. After the installation of the last year of Isola Art Center inside this building, we now try, with The People’s Choice, to define a possible formalization of a space for contemporary art – among others absent in Milan – through a democratic process of design and transformation. The very title The People’s Choice is taken from the famous Group Material exhibition in 1980 at the group’s East End in New York where people in the neighborhood were asked to bring objects that make sense to themselves in the gallery, for their family or for their friends. A publication will gather  interventions of Marco Scotini, Viktor Misiano e Charles Esche, in addition to a large cartography of the research on display.

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Disegnata piuttosto come un kit da utilizzare che come un percorso da guardare, la mostra The People’s Choice raccoglie proposte, progetti, esperienze concrete che tentano di definire un possibile modello di spazio per l’arte contemporanea come parte integrata di un quartiere. La sfida del progetto è quella di pensare ad un centro d’arte sotto permanente costruzione all’interno di una comunità che negozia, di giorno in giorno, i propri parametri di rappresentazione e di relazione con e nello spazio urbano. Più di quaranta artisti internazionali si confronteranno con le proposte di altrettanti curatori, economisti, politici e con le associazioni di quartiere. Non potendo più pensare ad un spazio separato e a funzione specifica – ad una “eterotopia” cioè, in senso foucaultiano – The People’Choice vuole immaginare non solo uno spazio aperto e flessibile ma, letteralmente, attraversato dalla vita ordinaria della gente. Una serie di sezioni (finanziaria, architettonica, curatoriale, etc.) articoleranno la mostra in più zone a differente regime espositivo e funzionale, in ciascuna delle quali troveranno sede processi e materiali tra i più eterogenei.
Il progetto nasce come fase avanzata e matura del processo di opposizione del quartiere Isola di Milano al Piano di Intervento Garibaldi-Repubblica. Attraverso anni di lotta la risposta collettiva del quartiere rivendica il mantenimento dello spazio pubblico verde tra via Confalonieri e via De Castilla, assieme all’ex edificio industriale che lo attraversa.
Dopo l’insediamento dello scorso anno di Isola Art Center all’interno di questo edificio, si cerca ora, con The People’s Choice, di definire una possibile formalizzazione di uno spazio per l’arte contemporanea – tra l’altro assente a Milano – attraverso un processo democratico di progettazione e di trasformazione.
Il titolo stesso The People’s Choice è tratto dalla famosa mostra di Group Material del 1980 presso la sede del gruppo nell’ East End a New York in cui si chiedeva alla gente del quartiere di portare in galleria gli oggetti che avevano un senso per loro stessi, per la loro famiglia o per i loro amici.
Una pubblicazione raccoglierà oltre ad un’ampia cartografia delle ricerche in mostra, interventi di Marco Scotini, Viktor Misiano e Charles Esche.
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Gruppo A12, Doug Ashford (Group Material), Stefano Boccalini, Cai Guo-Qiang, Gea Casolaro, Chto Delat? (What is to be done?), Josef Dabernig, Jose Dávila, Pablo León de la Barra, Paola Di Bello, Etcétera…, Marcelo Expósito, Alberto Garutti, Bernardo Giorgi, Durriya Kazi, Isabella Inti, Isola Space Sharing:Alterazioni Video/Katia Anguelova/Alessandra Poggianti, Rem Koolhaas e Alain Fouraux, Armando Lulaj, Marcello Maloberti, Alessandro Nassiri Tabibzadeh, Network Nomadic Architecture, Oda Projesi, OUT, Adrian Paci, Maria Papadimitriou, Steve Piccolo, Cesare Pietroiusti, Post-Programmed City-Territory, Marietjca Potrc, Radek Community, Renshi.org, Oliver Ressler, Mariette Schiltz, Bert Theis, Tercerunquinto, Ian Tweedy, Enzo Umbaca, Luca Vitone, Love Difference, Sugoe, Osservatorio in Opera, Stazione Isola.