“Italian neighborhoods”, “Schermopolitiche”, “Le belle bandiera”, “Insurgent cartographies”, “Viaggio in Italia” and “Cultures of the organization” are spaces specially designed to focus the nodal stages of the itinerary. In a large and flexible exhibition structure, which not by chance starts from the Museum of Contemporary Art in the city to expand to Villa Bombrini in the Genoese district of Cornigliano, already the heart of the industrial city, issues such as immigration, media monopoly, removal of terrorism, flow together neomovimentism, social inquiries and alternative collective proposals.
Many of the protagonists of Empowerment tell of another way of doing art directly in contact with the street. The sixty invited artists are inextricably linked to the mass culture: they participate or draw from popular phenomena such as skateboarding, urban graffiti, hip hop movements, telestreet, various forms of activism.
The same word empowerment, now entered the international lexicon, indicates the idea of ​​participation, inclusive and “bottom-up” democracy that in the Italian case focuses on a concrete and less official structure, outside the accredited clichés. Empowerment therefore wants to be a sort of contemporary neorealism that takes on models like Rossellini, Grifi, De Carlo, and at the same time acts as a temporary and experimental laboratory.
Critical cases of Italian urbanism such as those of the chemical center of Ravenna or of the port of Marghera alternate with the new temporary settlements of refugees and nomads of Milan and Turin. Interviews with immigrants are flanked by alternative forms of agricultural production and experimental housing models.

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“Quartieri italiani”, “Schermopolitiche”, “Le belle bandiere”, “Cartografie Insurgent”, “Viaggio in Italia” e “Culture dell’autorganizzazione” sono spazi appositamente progettati per focalizzare le tappe nodali del percorso. In una struttura espositiva ampia e flessibile, che non a caso parte dal Museo d’arte contemporanea della città per espandersi a Villa Bombrini nel quartiere genovese di Cornigliano, già cuore della città industriale, confluiscono tematiche quali immigrazione, monopolio mediatico, rimozione del terrorismo, neomovimentismo, inchieste sociali e proposte collettive alternative.
Molti dei protagonisti di Empowerment raccontano di un altro modo di fare arte direttamente a contatto con la strada. I sessanta artisti invitati sono legati a doppio filo con la cultura di massa: partecipano o attingono da fenomeni popolari come skateboarding, urban graffiti, movimenti hip hop, telestreet, varie forme di attivismo.
La stessa parola empowerment, ormai entrata nel lessico internazionale, indica l’idea di partecipazione, di democrazia inclusiva e “dal basso” che nel caso italiano mette a fuoco una struttura concreta e meno ufficiale, fuori dai cliché accreditati. Empowerment vuole dunque porsi come una sorta di neorealismo contemporaneo che assume come modelli figure come Rossellini, Grifi, De Carlo, e configurarsi al tempo stesso come un laboratorio temporaneo e sperimentale.
Casi critici dell’urbanistica italiana come quelli del polo chimico di Ravenna o del porto di Marghera si alternano ai nuovi insediamenti provvisori dei rifugiati e dei nomadi di Milano e di Torino. Interviste ad immigrati si affiancano a forme alternative di produzione agricola e a modelli abitativi sperimentali.